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Chi comunica meglio può avere più potere?

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Stagione 4 - Puntata n° 08
Anteprima della puntata:
La capacità di comunicare dà accesso a grandi opportunità, ma cosa succede a chi ha competenze ma non sa esprimerle?

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10 CONCETTI EMERSI DALLA PUNTATA

  1. Chi ha più padronanza nel comunicare può esercitare un’influenza maggiore, anche senza intenzioni manipolative.
  2. Una comunicazione efficace non coincide sempre con sincerità o autenticità: può anche essere una tecnica di potere.
  3. Il modo in cui un messaggio viene detto può contare più del contenuto stesso, soprattutto in contesti professionali.
  4. Molti percepiscono di essere “zittiti” o svalutati quando l’interlocutore è più bravo a comunicare in pubblico o a gestire il confronto.
  5. Le competenze comunicative non sono distribuite equamente, e ciò crea squilibri anche in contesti di parità formale.
  6. La comunicazione è spesso usata per mantenere ruoli di potere impliciti, anche in relazioni personali e familiari.
  7. Essere più silenziosi o esitanti viene spesso interpretato come debolezza o impreparazione, anche se non lo è.
  8. Il “saper parlare bene” può trasformarsi in uno scudo per evitare il confronto reale o per guidare la narrazione a proprio favore.
  9. Alcune persone usano la comunicazione come “arma di precisione”: sanno dove colpire per mettere l’altro in difficoltà senza alzare la voce.
  10. Chi comunica meno bene può sentirsi escluso, inadeguato o frustrato, sviluppando un senso di inferiorità non basato sui contenuti ma sullo stile.
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GLI SPUNTI NATI DA QUESTA LIVE

1. Comunicare bene può diventare una forma di potere silenzioso

– Chi sa usare le parole in modo preciso riesce a orientare le conversazioni anche senza imporsi apertamente.

  • Esempio pratico: A volte in riunione, chi ottiene sempre l’ultima parola non è detto abbia ragione, ma probabilmente sa come chiudere il discorso con tono autorevole e calmo.
2. L’efficacia comunicativa può far sembrare più autorevole anche chi dice banalità

– Lo stile, il tono e la sicurezza influenzano più del contenuto stesso.

  • Esempio pratico: In azienda il manager più ascoltato potrebbe essere quello che usa frasi semplici ma dette con sicurezza, mentre altri più preparati potrebbero essere ignorati perché esitano o sono troppo analitici.
3. Non tutti partiamo dalle stesse risorse comunicative

– Le competenze comunicative sono influenzate da formazione, contesto familiare, cultura e vissuto personale.

  • Esempio pratico: Se ci siamo abituati a non contraddire mai nessuno, potremmo fare fatica a parlare anche quando sappiamo di avere ragione.
4. Chi comunica poco rischia di essere percepito come meno competente

– Il silenzio o l’esitazione vengono spesso letti come insicurezza, anche quando non lo sono.

  • Esempio pratico: A volte, pur essendo molto competenti, in certi contesti preferiamo stare in silenzio, e questo fa sì che chi parla di più ci scavalchi.
5. Il linguaggio può essere usato per controllare la narrazione senza sembrare aggressivi

– Si può manipolare anche con tono pacato e parole gentili.

  • Esempio pratico: Chi “corregge” continuamente gli altri con sorrisi e tono affabile, potrebbe generare frustrazione e svalutazione.
6. Chi sa parlare bene può anche evitare il confronto reale

– L’abilità comunicativa può diventare una maschera che impedisce un dialogo sincero.

  • Esempio pratico: Avere “la risposta pronta” può farci sembrare imbattibili, ma in realtà a volte ci permette di evitare la nostra vulnerabilità.
7. Esprimersi in modo confuso non significa essere meno intelligenti

– La forma della comunicazione non sempre riflette la profondità del pensiero.

  • Esempio pratico: A volte persone molto brillanti mentre parlano si perdono nei ragionamenti, e spesso vengono interrotte o ignorate.
8. Allenare la propria comunicazione può ridurre i divari di potere percepito

– Migliorare il proprio stile non vuol dire diventare strategici, ma rendere più chiaro il proprio valore.

  • Esempio pratico: Iniziare a prepararsi prima delle riunioni può aiutarci a esprimerci meglio, senza cambiare il proprio contenuto, ma solo il modo in cui lo si presenta.

DOMANDE GENERATIVE

Le domande che hanno generato un dialogo

Chi comunica meglio ha più potere?

Ha guidato tutta la puntata, stimolando punti di vista molto diversi sul ruolo del linguaggio nelle relazioni e nei contesti professionali.

Ti sei mai sentito zittito da qualcuno più bravo a parlare?

Ha fatto emergere esperienze personali molto concrete, soprattutto in ambito lavorativo o familiare.

Essere silenziosi significa essere meno forti?

Ha aperto una riflessione collettiva sul valore del silenzio e sull’equivoco tra calma e debolezza.

DOMANDE TRASCURATE

Le domande che erano interessanti ma sono state poco considerate

Hai mai usato la comunicazione come forma di potere?

Domanda esplicita e interessante, ma è rimasta sullo sfondo: nessuno ha condiviso esempi personali di uso consapevole del linguaggio per dominare.

Quanto conta la voce rispetto alle parole?

È stata accennata verso la fine, ma non ha aperto un confronto strutturato.