– Non guardare il saldo può essere una forma di fuga, non solo disorganizzazione.

• Esempio pratico: A volte diventa difficile controllare il nostro conto, perché questo ci trasmette un’insoddisfazione lavorativa.

– Comprare, regalare o controllare il denaro spesso copre bisogni affettivi non espressi.

• Esempio pratico: A volte tendiamo a fare regali costosi agli amici per sentirci accettati e utili, anche quando non possiamo permettercelo.

– L’idea di “mi tolgo qualcosa” andrebbe sostituita con “decido dove metto valore”.

• Esempio pratico: Pensate a chi sceglie di smettere di comprare cose inutili, per permettersi ul psicoterapia.

– Le tensioni economiche spesso nascono da aspettative diverse mai esplicitate.

• Esempio pratico: Se nella coppia uno decide tutto sulle spese “perché è più bravo coi numeri”, questo potrebbe creare uno squilibrio profondo e una dipendenza non voluta.

– Compriamo spesso per colmare mancanze che non riconosciamo.

• Esempio pratico: A volte spendiamo compulsivamente online quando ci sentiamo soli, anche se non abbiamo bisogno di nulla.

– La percezione del “non abbastanza” nasce spesso da paragoni irreali.

• Esempio pratico: A volte ci sentiamo frustrati perché guadagniamo meno dei nostri amici, senza considerare obiettivi e stili di vita completamente diversi.

– Non esiste un “modo giusto” per gestire i soldi, ma c’è un modo più consapevole.

• Esempio pratico: Iniziare a tenere traccia delle spese non serve a “controllarsi”, ma a conoscersi meglio e capire dove finisce la nostra energia.