
Anteprima della puntata:
Sono tantissimi i contesti in cui dobbiamo gestire domande e obiezioni.
Come ti comporti davanti a domande e obiezioni?
Che rapporto hai con le obiezioni?
Come gestisci le obiezioni?
10 CONCETTI EMERSI DALLA PUNTATA
- Gestire bene un’obiezione richiede ascolto reale, non solo preparazione tecnica.
- Molti evitano le obiezioni per paura del confronto, perdendo occasioni di chiarimento.
- Rispondere a una domanda difficile con superficialità può danneggiare la credibilità.
- Le obiezioni ben poste aiutano a migliorare la qualità di un’offerta o di un’idea.
- Accogliere una domanda senza sentirsi minacciati è un segnale di solidità interna.
- Le domande più scomode sono spesso quelle che rivelano punti ciechi nella comunicazione.
- Allenarsi a gestire il “non so” rafforza l’autenticità di un professionista.
- Chi fa domande vuole spesso chiarezza, non per forza contestare.
- È utile distinguere tra domanda tecnica e obiezione valoriale o emotiva.
- Una risposta efficace tiene conto del tono, del contesto e della relazione in atto.
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GLI SPUNTI NATI DA QUESTA LIVE
1. Le obiezioni non sono attacchi, ma occasioni per chiarire e approfondire
Rispondere bene a una domanda difficile può rafforzare la propria credibilità.
- Esempio pratico: Una voce racconta che un commento critico su un suo post le ha permesso di spiegare meglio la sua posizione e guadagnare rispetto.
2. Ignorare le obiezioni lascia l’impressione di non avere argomenti
Anche quando una domanda è scomoda, evitare la risposta può danneggiare la reputazione.
- Esempio pratico: Una voce dice che aveva evitato per mesi di rispondere a una critica sotto un post, finché non ha notato che questo silenzio le stava costando engagement.
3. Rispondere con empatia non significa cedere, ma valorizzare il punto di vista altrui
Mostrare apertura fa sentire l’altro ascoltato, anche se poi si mantiene la propria posizione.
- Esempio pratico: Una voce ha risposto a un’obiezione dicendo: “Capisco la tua perplessità, e provo a spiegare meglio come lo vedo io…” e ha ricevuto un grazie pubblico dall’interlocutore.
4. Le domande più utili non sono quelle che chiedono “cosa pensi?”, ma “come ci sei arrivato?”
Indagare i ragionamenti dietro le opinioni sblocca conversazioni più profonde.
- Esempio pratico: Una voce racconta che in una discussione accesa su LinkedIn ha chiesto: “Qual è stata la tua esperienza su questo?” e la conversazione si è trasformata.
5. Le risposte migliori non sono automatiche, ma costruite su misura
Ogni obiezione merita una risposta che tenga conto del tono, del contesto e dell’interlocutore.
- Esempio pratico: Una voce ha deciso di rispondere in privato a un commento pubblico molto polemico, e così ha evitato un’escalation.
6. Essere pronti a dire “non lo so” è una forma di autorevolezza
Ammettere un limite non indebolisce la propria posizione, se fatto con trasparenza.
- Esempio pratico: Una voce racconta di aver risposto “ci sto ancora riflettendo” a una domanda tecnica e di aver ricevuto commenti di apprezzamento per l’onestà.
7. La qualità delle domande ricevute dipende anche da come si comunica
Un contenuto chiaro e aperto stimola dialoghi autentici; uno vago o arrogante attira attacchi.
- Esempio pratico: Una voce dice che quando scriveva post polemici riceveva solo critiche, mentre ora che racconta esperienze riceve domande vere.
8. Le obiezioni frequenti segnalano spesso un problema nella chiarezza del messaggio
Se più persone pongono lo stesso dubbio, è probabile che qualcosa vada riscritto o spiegato meglio.
- Esempio pratico: Una voce ha riscritto la headline del suo profilo dopo aver ricevuto per tre volte la stessa domanda in DM: “Ma cosa fai esattamente?”.
DOMANDE GENERATIVE
Le domande che hanno generato un dialogo
Qual è la vera intenzione dietro una domanda scomoda su LinkedIn?
Ha stimolato un confronto sull’importanza di capire se un’interlocuzione nasconde interesse reale, provocazione o bisogno di visibilità personale.
Come rispondere in modo efficace senza sembrare sulla difensiva?
Ha portato esempi pratici di risposte sintetiche e professionali, che non evitano il confronto ma nemmeno cadono in giustificazioni.
Vale la pena rispondere a tutti i commenti critici?
Ha aperto un dialogo sull’uso strategico del silenzio e sul diritto di ignorare ciò che non aggiunge valore reale alla discussione.
Come distinguere tra obiezioni sincere e commenti passivo-aggressivi?
È emersa una riflessione collettiva su segnali linguistici e atteggiamenti che permettono di leggere meglio l’intento comunicativo.
DOMANDE TRASCURATE
Le domande che erano interessanti ma sono state poco considerate
Come ci si prepara in anticipo a gestire le obiezioni nei post?
La domanda è stata accennata ma nessuno ha proposto strategie chiare o esempi strutturati su come anticipare criticità nei contenuti.
Si può trasformare un attacco in opportunità di relazione?
È stata citata rapidamente senza che si sviluppasse un confronto sul tema del “disinnesco” relazionale e del ribaltamento positivo.
Quali errori comuni commettiamo nel rispondere troppo in fretta?
È stata formulata ma non è seguita alcuna analisi approfondita sugli automatismi reattivi o sulle risposte impulsive nei commenti.
Che ruolo ha l’ironia nella gestione delle critiche pubbliche?
La domanda è stata lasciata cadere, senza valutazioni su vantaggi e rischi dell’ironia come strumento comunicativo su LinkedIn.
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