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La geometria delle competenze; verticali, trasversali o diagonali?

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Stagione 3 - Puntata n° 56
Anteprima della puntata:

Quanto è importante aver avuto esperienze in ambiti che non siano quelli per cui abbiamo studiato o nei quali abbiamo lavorato?

Quanto è importante la corrispondenza tra studio, formazione e lavoro?

10 CONCETTI EMERSI DALLA PUNTATA

  1. Le competenze verticali sono approfondite ma spesso poco adattabili a contesti nuovi.
  2. Quelle trasversali permettono di connettere saperi diversi, ma sono meno visibili e valorizzate.
  3. Le competenze diagonali combinano specializzazione e capacità di connessione tra ambiti.
  4. Molti CV si concentrano solo sulle competenze verticali, trascurando quelle relazionali o adattive.
  5. Le aziende iniziano a valorizzare sempre più chi sa muoversi tra ruoli e contesti diversi.
  6. La vera competenza oggi è la capacità di apprendere continuamente e adattarsi al cambiamento.
  7. Le competenze “morbide” sono spesso ciò che fa la differenza nei progetti complessi.
  8. Essere competenti non è solo saper fare, ma saper leggere il contesto e agire di conseguenza.
  9. Chi ha un profilo diagonale spesso si trova a fare da ponte tra figure specialistiche.
  10. Costruire un’identità professionale richiede integrare diverse geometrie di competenza.
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GLI SPUNTI NATI DA QUESTA LIVE

1. Le competenze verticali danno profondità, ma da sole rischiano di isolarci

Approfondire una sola area rende specialisti, ma può limitare il dialogo con altri ambiti.

  • Esempio pratico: Una voce racconta che dopo anni in ambito legale faticava a collaborare con team creativi perché parlavano linguaggi totalmente diversi.
2. Le competenze trasversali permettono di spostarsi tra contesti e ruoli

Capacità come l’ascolto, la negoziazione, l’adattabilità servono ovunque.

  • Esempio pratico: Una voce dice che ha potuto cambiare settore passando dall’HR alla comunicazione proprio grazie alla sua capacità di mediazione e relazione.
3. Le competenze diagonali collegano mondi che raramente si parlano

Si tratta di capacità ibride, capaci di creare ponti tra domini lontani.

  • Esempio pratico: Una voce racconta di una collega che usa strumenti di project management in ambito educativo, migliorando l’organizzazione delle attività con i ragazzi.
4. Molti curricula raccontano solo la verticalità, ma il valore oggi è nella composizione

Le competenze scritte su LinkedIn spesso non mostrano la reale architettura del profilo.

  • Esempio pratico: Una voce dice che solo in un colloquio si è sentita finalmente libera di raccontare come una passione personale aveva influenzato positivamente il suo lavoro tecnico.
5. Il mercato del lavoro richiede sempre più profili “obliqui”

Le figure che sanno connettere, leggere contesti e dialogare con team diversi sono le più ricercate.

  • Esempio pratico: Una voce racconta che è stata scelta non per le competenze tecniche più forti, ma per la capacità di tradurre tra team creativi e sviluppatori.
6. Le competenze diagonali spesso non si studiano: si sviluppano per esperienza

Nascono da percorsi incrociati, lavori misti, situazioni complesse.

  • Esempio pratico: Una voce dice che ha imparato a gestire conflitti tra stakeholder diversi grazie agli anni da volontario in una cooperativa.
7. Le organizzazioni ancora premiano chi si specializza, ma poi cercano flessibilità

C’è un’incoerenza tra ciò che si chiede e ciò che si valuta.

  • Esempio pratico: Una voce racconta che l’azienda voleva “flessibilità”, ma in fase di valutazione premiava solo chi portava risultati specialistici misurabili.
8. Ripensare le competenze come “geometria” aiuta a uscire dalle etichette rigide

Serve una visione dinamica, non gerarchica, di ciò che sappiamo fare.

  • Esempio pratico: Una voce dice che ha iniziato a mappare le proprie competenze come se fossero nodi di una rete, non categorie isolate.

DOMANDE GENERATIVE

Le domande che hanno generato un dialogo

Che cosa significa davvero avere una competenza “verticale”?

Ha stimolato un confronto sulla specializzazione profonda in un ambito tecnico o tematico, evidenziando vantaggi (autorevolezza, chiarezza) e limiti (rischio di rigidità, chiusura).

Le competenze trasversali sono meno “serie” di quelle tecniche?

Ha fatto emergere un dibattito sulla sottovalutazione di capacità relazionali, comunicative o organizzative che spesso fanno la differenza nel lavoro quotidiano.

Esistono competenze “diagonali”? E cosa le rende diverse?

Il gruppo ha esplorato l’idea di competenze che uniscono dimensione tecnica e relazionale, con la capacità di tradurre tra mondi diversi e facilitare connessioni.

Il mercato del lavoro valorizza tutte le geometrie di competenze?

Discussione critica su quanto il sistema tenda ancora a premiare figure verticali, pur dichiarando l’importanza delle competenze soft o ibride.

DOMANDE TRASCURATE

Le domande che erano interessanti ma sono state poco considerate

Che competenze diagonali abbiamo sviluppato senza saperlo?

Domanda interessante lasciata indietro: nessuno ha portato esempi di capacità nate spontaneamente da percorsi non lineari o esperienze miste.

Chi ci ha insegnato a riconoscere le nostre competenze?

È stata evocata ma non approfondita: poteva generare un confronto su modelli educativi, tutor, capi o colleghi che aiutano a dare valore alle proprie capacità.

Come si raccontano le competenze trasversali in un CV o in un colloquio?

Spunto molto pratico non sviluppato: nessuno ha condiviso strategie o linguaggi efficaci per valorizzare queste competenze in modo credibile.

Le scuole e le università formano ancora troppo “in verticale”?

Domanda rilevante lasciata sullo sfondo: avrebbe potuto attivare una riflessione sul disallineamento tra formazione e richieste del mondo del lavoro.