Seleziona una pagina
Come si fa l’inclusione?
Anteprima della puntata:

Si parla continuamente di lotte, di parità di genere, discriminazioni, inclusione. Ma cos’è davvero l’inclusione? Riusciamo ad andare oltre le parole e fare concretamente la differenza?

Stagione 3 - Puntata n° 66

10 CONCETTI EMERSI DALLA PUNTATA

  1. L’inclusione non è un’etichetta da applicare, ma un processo quotidiano e faticoso.
  2. Molti contesti parlano di inclusione senza modificare davvero le pratiche concrete.
  3. Essere inclusivi significa ascoltare anche chi disturba o mette in discussione lo schema dominante.
  4. L’inclusione non può essere delegata a una figura specifica, ma riguarda tutta l’organizzazione.
  5. Includere richiede rinunciare a qualcosa: tempo, controllo, visione unica.
  6. Chi si sente escluso spesso smette di partecipare prima ancora di dichiararlo apertamente.
  7. Creare spazi inclusivi implica tollerare il disordine iniziale del confronto vero.
  8. Non basta dire “tutti sono benvenuti”: servono segnali coerenti e accessibili.
  9. L’inclusione va praticata anche nei dettagli: linguaggio, tempi, modalità di coinvolgimento.
  10. L’inclusione è credibile solo se chi si sente escluso può dirlo senza ritorsioni.
Entra nella community:

GLI SPUNTI NATI DA QUESTA LIVE

1. L’inclusione non è una dichiarazione, ma una pratica quotidiana fatta di dettagli

I comportamenti concreti contano più dei manifesti o delle policy.

  • Esempio pratico: Una voce racconta che nella sua azienda hanno cambiato la disposizione della sala riunioni per facilitare la partecipazione di chi è più timido o introverso.
2. Fare inclusione significa accorgersi di chi resta fuori senza dirlo

Non sempre l’esclusione è esplicita: a volte è invisibile ma presente.

  • Esempio pratico: Una voce dice che in un progetto si sono resi conto che c’erano sempre le stesse persone a parlare, e hanno introdotto turni di parola per includere tutti.
3. L’inclusione richiede tempo, e spesso va più lenta del resto del lavoro

È un processo faticoso, che non si può accelerare senza perdere senso.

  • Esempio pratico: Una voce racconta che hanno deciso di rinviare il lancio di un progetto per includere anche punti di vista che non erano stati considerati all’inizio.
4. Anche chi si sente “inclusivo” può escludere senza accorgersene

Serve un monitoraggio continuo delle proprie abitudini e reazioni.

  • Esempio pratico: Una voce racconta che si è resa conto di non coinvolgere mai un collega solo perché parlava con un accento diverso e più lento.
5. L’inclusione non si fa “per gli altri”, ma cambia anche chi la pratica

Mettersi in ascolto dell’altro trasforma il modo in cui si sta nel gruppo.

  • Esempio pratico: Una voce dice che ha imparato a parlare più lentamente e con più chiarezza per includere un collega con difficoltà di elaborazione verbale, e questo ha migliorato tutto il team.
6. L’ironia può essere un ostacolo all’inclusione se non è condivisa

Le battute che escludono o deridono creano barriere invisibili.

  • Esempio pratico: Una voce racconta che ha smesso di ridere a certe battute in ufficio e ha chiesto di evitarle, facendo notare che non erano neutre.
7. L’inclusione richiede il coraggio di esporsi, anche a costo di rompere l’armonia

Segnalare una dinamica esclusiva spesso crea tensioni, ma è necessario.

  • Esempio pratico: Una voce dice che ha fatto notare la mancanza di rappresentanza in un panel e inizialmente è stata vista come “esagerata”.
8. Non esiste inclusione senza redistribuzione dello spazio

Lasciare parlare gli altri, cedere visibilità e ruolo è parte del processo.

  • Esempio pratico: Una voce racconta che ha rinunciato a moderare un evento per lasciare il ruolo a una collega poco visibile ma molto competente.

DOMANDE GENERATIVE

Le domande che hanno generato un dialogo

L’inclusione è un atto spontaneo o va progettata?

Ha aperto un confronto su quanto sia necessario andare oltre le buone intenzioni: l’inclusione richiede strumenti, intenzionalità e scelte organizzative precise.

Qual è la differenza tra “non escludere” e includere attivamente?

Il gruppo ha evidenziato che l’inclusione non è solo assenza di discriminazione, ma presenza concreta di pratiche che creano accesso, ascolto e partecipazione reale.

Ci sentiamo inclusi nei contesti in cui viviamo o lavoriamo?

È emersa una riflessione su segnali sottili di esclusione: linguaggio non accessibile, dinamiche chiuse, ruoli dati per scontati o scarsa rappresentanza.

L’inclusione può generare fatica o conflitto?

La conversazione ha messo in luce che includere davvero richiede disponibilità a mettere in discussione abitudini, privilegi e certezze consolidate.

DOMANDE TRASCURATE

Le domande che erano interessanti ma sono state poco considerate

Chi decide cosa significa “inclusione” in un gruppo?

Spunto lasciato sullo sfondo: nessuno ha discusso delle asimmetrie di potere nella definizione dei criteri inclusivi o dei limiti culturali impliciti.

L’inclusione deve riguardare tutti o solo alcune categorie?

Domanda accennata ma non sviluppata: avrebbe potuto generare un confronto sui rischi di inclusione selettiva o strumentale.

Possiamo includere senza cedere a un’idea di “normalità” dominante?

Domanda interessante ma trascurata: non si è parlato del rischio di chiedere a chi è “diverso” di adattarsi comunque a regole non pensate per lui/lei.

Come misuriamo se un contesto è davvero inclusivo?

È stata evocata ma non approfondita: nessuno ha portato esempi di indicatori, feedback o esperienze che rendano percepibile l’efficacia inclusiva di un ambiente.

Scopri un’altra puntata di questa stagione

Giu 18 2025

Settimana corta: tendenza o reale necessità?

Giu 17 2025

Meglio le vacanze lunghe o tante piccole vacanze?

Giu 11 2025

Per arricchire la vita bisogna proprio partire?

Giu 10 2025

Contenuti: Like e consensi o relazioni e confronti?

Giu 04 2025

Quando ci si sente stranieri a casa propria?

Giu 03 2025

Quando è meglio non essere consapevoli?

Mag 28 2025

Meglio un uovo oggi o una gallina domani?

Mag 27 2025

Istinto o razionalità: come prendi le tue decisioni?

Mag 20 2025

Il lato oscuro della pagina bianca

Mag 14 2025

Perché sentiamo l’esigenza di dire sempre qualcosa?

Mag 13 2025

Ansia da prestazione, dentro e fuori dal lavoro

Mag 07 2025

Come reagisci ai tuoi fallimenti?

Mag 06 2025

Viviamo nel periodo storico migliore, o nel peggiore?

Apr 30 2025

L’azienda può diffondere il benessere psicofisico?

Apr 29 2025

Hobby e passioni impattano sul lavoro?

Apr 23 2025

Com’è fatto un contenuto di valore?

Apr 22 2025

Gestire i social da soli o tramite intermediari?

Apr 16 2025

La geometria delle competenze; verticali, trasversali o diagonali?

Apr 15 2025

Parole parole parole: serve davvero “allungare il brodo”?

Apr 09 2025

Collaborazione tra generi, sogno o realtà?

Apr 08 2025

Chiedere scusa e perdonare: ne siamo davvero capaci?

Apr 02 2025

Come influisce l’età sulle professioni digitali?

Apr 01 2025

“e fattela una risata” Ridere agevola la vita lavorativa e personale?

Mar 26 2025

Partita IVA o dipendente: ha ancora senso farsi assumere?

Mar 25 2025

Esiste un momento per cambiare lavoro?

Mar 19 2025

Qual è il costo della tossicità nel lavoro?

Mar 18 2025

La bellezza nell’imperfezione: riesci a trovarla?

Mar 12 2025

Ladro di professioni “di professione”

Mar 11 2025

Litigare fa sempre male?

Mar 05 2025

Bontà online: marketing o vera etica?

Mar 04 2025

Si può andare oltre le umiliazioni?

Feb 26 2025

Come si può andare oltre la lamentela?

Feb 25 2025

Qual è la formula per il successo?

Feb 19 2025

Gli onnipresenti: alla ricerca della celebrità.

Feb 18 2025

Il genio: metodo, sregolatezza o genetica?

Feb 12 2025

Personal Branding e coerenza tra online e offline

Feb 11 2025

Giusto o sbagliato: come si fa a comunicarlo nel lavoro?

Feb 05 2025

La tecnologia ci regala tempo, come lo utilizzerai?

Feb 04 2025

Quanto sei legato al tuo telefono?

Gen 29 2025

Chi l’ha detto che stai perdendo tempo?

Gen 28 2025

C’è bisogno di pazienza

Gen 22 2025

Qui e ora o li e dopo?

Gen 21 2025

Quando “dire di no” non basta!

Gen 15 2025

La mancanza di tempo degli altri

Gen 14 2025

L’impatto delle frustrazioni nella vita lavorativa

Gen 08 2025

Cosa ti fa paura?

Gen 07 2025

Perché non parliamo mai di morte?

Dic 18 2024

Solitudine: momenti per noi, crisi delle relazioni o fenomeno sociale?

Dic 17 2024

Sai gestire domande e obiezioni?

Dic 12 2024

Ma quante domande fai?

Dic 10 2024

Quali valori stai trasmettendo alle prossime generazioni?

Dic 04 2024

Essere o non essere genitori oggi? Riflessioni a confronto

Dic 03 2024

Possiamo davvero tutti fare tutto?

Nov 27 2024

Lavorare “gratis” quando e perché sceglierlo o rifiutarlo

Nov 26 2024

Ascoltare e farsi ascoltare: difficoltà a confronto

Nov 20 2024

2025 – Come non affogare in un overflow di contenuti

Nov 19 2024

È vero che per tutto c’è un prezzo?

Nov 13 2024

Indipendenza economica: come raggiungerla?

Nov 12 2024

Formazione: quando il pubblico fa la differenza?

Nov 06 2024

Formazione cheap, rischi versus opportunità

Nov 05 2024

La linea sottile tra consulenze gratuite e a pagamento

Ott 30 2024

Relazioni di lavoro: siamo ponti o muri tra le persone?

Ott 29 2024

Le relazioni personali sono davvero difficili?

Ott 23 2024

Sai ancora giocare?

Ott 22 2024

Come comportarsi quando non si ha voglia di fare?

Ott 16 2024

Pareidolia nei punti di vista, vediamo solo quello che vogliamo vedere?

Ott 15 2024

L’empatia è un punto di forza o di debolezza?

Ott 09 2024

Il lato umano del business. Storie di amicizia e connessioni autentiche

Ott 08 2024

Ego VS Team – Chi vincerà?

Ott 02 2024

L’organizzazione di un evento partendo dall’online

Ott 01 2024

Quanto conta il giudizio degli altri? Quanto giudichi gli altri?

Set 25 2024

Cosa mi aspetto da te, cosa ti aspetti da me

Set 24 2024

Nella tua vita da chi scegli di imparare e perché?